Di seguito potete leggere l’intervista integrale che ho rilasciato a Radio Kalaritana il 28 luglio 2025.
Roberto: «Buona informazione su Radio Kalaritana! Questa volta ci occupiamo di una pubblicazione particolare: parliamo del Codice europeo di etica per la polizia – dall’etica per la polizia a una polizia etica – di Massimo Loddo, Vice Sovrintendente della Polizia di Stato, che abbiamo in studio con noi. Ben trovato.»
Massimo Loddo: «Grazie, Roberto.»
Roberto: «Allora, Massimo, partiamo dalle motivazioni: perché la scelta di pubblicare questo libro?»
Massimo Loddo: «Nella mia vita non avrei mai pensato di pubblicare un libro; in realtà sono stati gli amici a spingermi a farlo. Il primo è proprio il fondatore di Radio Kalaritana, don Antonio Serra. Successivamente il testo è stato letto da altri amici e tutti mi dicevano: “Pubblicalo”. Mi sono quindi confrontato con un docente universitario che ha seguito la mia ricerca accademica; anche lui mi ha suggerito di pubblicarlo. Così ho deciso di condividere le mie idee e la mia scoperta scientifica con tutti.»
Roberto: «Chiarite le motivazioni, quali sono i tratti caratteristici e i punti principali del testo?»
Massimo Loddo: «Dal punto di vista formale, il tratto distintivo è il metodo utilizzato; dal punto di vista sostanziale, ho dato al testo un’impostazione umanistica e filosofica. Pur essendo un libro giuridico, mantiene un taglio multidisciplinare. Tra i punti fondamentali c’è l’analisi dell’etica: qui sposo il pensiero di Aristotele e intendo l’etica come eudaimonia. Nell’Etica Nicomachea, Aristotele afferma che alla base dell’etica c’è la felicità; per questo parlo di felicità anche in relazione alla polizia, letta come l’istituzione che tutela la felicità di ciascun cittadino. C’è poi un aspetto rilevante: questo libro racchiude una scoperta scientifica particolare. La legge 121 del 1981, che ha riformato la pubblica sicurezza e fondato la Polizia di Stato, avrebbe influenzato in maniera significativa una norma internazionale europea, il Codice europeo di etica per la polizia emanato dal Consiglio d’Europa.
Roberto: «Dopo la pubblicazione sono arrivati i riscontri: quali feedback hai ricevuto, sia ad intra (all’interno della polizia) sia ad extra (da chi è fuori dal mondo della pubblica sicurezza)?»
Massimo Loddo: «È la prima opera in Italia che parla del Codice europeo di etica per la polizia; ha suscitato curiosità e interesse sia all’interno dell’istituzione sia tra i cittadini, che spesso vogliono capire come funziona il corpo della polizia sentendolo da un appartenente alla Polizia di Stato. Allo stato attuale ho già tenuto sette presentazioni e ne ho tre in programma; la partecipazione è sempre nutrita e i riscontri sono molto positivi.»
Roberto: «Credo che questo denoti due cose: la valenza scientifica (e non solo) del testo e il desiderio di conoscere. In fondo si getta un seme — il libro — e le persone rispondono. Alle presentazioni c’è curiosità: si partecipa e, più che il firmacopie successivo, arrivano richieste di chiarimenti, domande e integrazioni su quanto letto.»
Massimo Loddo: «Sì. Uno degli aspetti più belli è proprio la partecipazione al termine dei miei interventi: diamo la parola a chi è presente e le domande sono pertinenti e molto interessate. Anche da questo punto di vista la partecipazione è davvero notevole.»
Roberto: «Un ultimo aspetto riguarda i dirigenti: il fatto che un Vice Sovrintendente abbia elaborato un testo che può aiutare anche chi deve prendere decisioni. Direi che questo rappresenta un valore aggiunto per il corpo della polizia.»
Massimo Loddo: «Esatto: è stato accolto con favore dai miei superiori. Quando hanno saputo dell’iniziativa mi hanno appoggiato e mi hanno aiutato, sia sul piano burocratico sia per l’iter successivo.»
Roberto: «Grazie, Massimo, per questa chiacchierata. Chissà, magari verrà fuori un altro volume, un ulteriore aspetto del Codice etico della polizia.»
Massimo Loddo: «È già pronto: c’è una parte pratica. È stato proprio un mio superiore a suggerirmela. Sono stato invitato in alcuni istituti scolastici: ovviamente non potevo parlare di Aristotele o delle norme giuridiche a dei preadolescenti, così ho inventato un gioco ispirato al libro. Si chiama JOELE, un acronimo che significa “gioco dell’etica e della legalità”. In questo modo affronto temi molto importanti con un linguaggio vicino ai giovani.»
Roberto: «In attesa di vedere il volume pubblicato, grazie e buon lavoro, Massimo.»
Massimo Loddo: «Grazie a te.»
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