Video Presentazione a Ossi
Rassegna Stampa
Nell'incantevole cornice di una sala gremita, abbiamo avuto il privilegio di assistere alla presentazione di "Il Codice Europeo di Etica per la Polizia", opera prima di Massimo Loddo.
La serata è stata un’occasione unica per riflettere sull'importanza dell'etica nelle forze dell'ordine e sul ruolo fondamentale che queste rivestono nella società.
Massimo Loddo, con la sua profonda conoscenza e passione per l'argomento, ha guidato il pubblico attraverso i temi chiave del libro, evidenziando come le forze di polizia italiane abbiano ispirato il codice etico europeo. Questa scoperta non solo onora l'ordinamento italiano ma pone l'Italia come punto di riferimento etico a livello europeo.
Il dialogo tra Loddo e gli ospiti ha toccato questioni fondamentali come la distinzione tra etica e deontologia, l'importanza dell'ascolto e del servizio nella professione delle forze dell'ordine, e il bisogno di una formazione umanistica che favorisca un approccio aperto e comprensivo verso il cittadino.
Massimo Loddo, nel contesto della presentazione del suo libro, tocca l'importante distinzione tra le due funzioni fondamentali delle forze di polizia: la prevenzione e la repressione. Ecco il suo pensiero fedelmente riportato sul tema:
"Ci sono le due funzioni principali della polizia: sono quelle della repressione e quella della prevenzione. La repressione è quella che tutti conosciamo perché finisce sulle prime pagine dei giornali; tantissime trasmissioni televisive parlano di questi fatti. Invece, la prevenzione è la parte più educativa della polizia, e secondo me, bisognerebbe rafforzare questo ruolo perché la prevenzione mette in evidenza il ruolo sociale della polizia.
C'era un motto della Polizia di Stato, dal punto di vista comunicativo, riuscitissimo: 'Polizia, vicini alla gente'. Stare vicini alla gente vuol dire quello, vuol dire fare prevenzione e vuol dire anche educare, e vuol dire collaborare con i cittadini. Quindi, non ci sarebbe bisogno di grossissime riforme. Bisognerebbe, ecco, spostare il focus, ad esempio, sulla prevenzione."
In un'epoca in cui il rapporto tra cittadini e forze dell'ordine è sempre più al centro del dibattito pubblico, "Il Codice Europeo di Etica per la Polizia" si propone come una lettura indispensabile per chiunque sia interessato a comprendere meglio questi temi e a contribuire a un dialogo costruttivo sulla sicurezza, la giustizia e il bene comune.
Durante la presentazione del suo libro, Massimo Loddo ha evidenziato specifiche qualità distintive delle forze di polizia italiane, sottolineando il loro prestigio e il riconoscimento ottenuto a livello europeo.
Loddo ha raccontato di aver discusso con l'autore della postfazione del libro, il sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Mandoi. Dalle loro conversazioni è emerso come le forze di polizia italiane siano considerate un modello da emulare dagli altri commissari europei e dagli esperti del settore.
Una delle maggiori fonti di orgoglio per Loddo è stata la scoperta che la legge 121 dell'81, che ha riformato la Polizia di Stato italiana, è stata utilizzata come riferimento per il codice etico europeo. Ha messo in luce come significativi aspetti di questa legge siano molto simili a quelli presenti nel codice europeo, dimostrando come l'Italia abbia influenzato positivamente la definizione di standard comportamentali per le forze dell'ordine a livello europeo.
Questo fatto è particolarmente significativo per Loddo, considerando che è raro che una normativa europea derivi così direttamente da una legge nazionale italiana, solitamente avviene il contrario.
Nella sua presentazione, Massimo Loddo ha reso omaggio a figure emblematiche come Emanuela Loi e Giovanni Palatucci, evidenziando il loro contributo e il loro impatto sulle forze dell'ordine e sui valori etici che queste rappresentano. Loddo ha sottolineato come Emanuela Loi, agente di polizia caduta nell'adempimento del suo dovere durante la strage di Via D'Amelio a Palermo nel 1992, rappresenti un simbolo di dedizione e sacrificio.
Ha menzionato come tutti gli appartenenti alle forze di polizia, carabinieri e finanzieri, arruolatisi dopo quel periodo tragico per l'Italia, possano essere considerati "figli di Emanuela Loi", per l'eredità di coraggio e impegno che ha lasciato.
Parallelamente, Loddo ha raccontato la storia di Giovanni Palatucci, un funzionario di polizia italiano riconosciuto come Giusto tra le Nazioni per aver salvato migliaia di ebrei dalla deportazione durante la Seconda Guerra Mondiale.
In una narrazione che ha toccato il cuore di tutti gli ascoltatori, Massimo Loddo ha portato alla luce un momento che cattura l'essenza della vita e dell'animo di Giovanni Palatucci. A lui era stata offerta una via di fuga, un passaggio sicuro verso la Svizzera su un'automobile che avrebbe attraversato indisturbata le linee nemiche, garantendogli la libertà e, soprattutto, la vita lontano dal terrore che avvolgeva l'Italia.
Eppure, al termine di quel viaggio verso la salvezza, non fu Palatucci a varcare la soglia della libertà, ma una piccola bambina ebrea, il cui sorriso era un silenzioso messaggio di speranza in mezzo al buio della guerra.
Con un atto di sacrificio che parla direttamente all'anima, Palatucci aveva scelto di rimanere indietro, abbracciando il destino che lo attendeva, pur di donare a quella bambina una possibilità di futuro.
Questo singolo gesto di incommensurabile coraggio e umanità rivela l'indomito spirito di Palatucci, un uomo che ha messo l'amore per il prossimo al di sopra della propria incolumità. La sua decisione di sacrificare la propria via di fuga per salvare una vita innocente è un testamento vivente del suo impegno totale nei confronti dei valori più nobili dell'essere umano, dimostrando una profonda abnegazione e una dedizione assoluta al dovere etico di proteggere coloro che erano più vulnerabili.
Palatucci, attraverso il suo ruolo come regente della Questura di Fiume, dimostrò un'eccezionale umanità e coraggio, rischiando la propria vita per proteggere gli innocenti. La sua storia è stata fondamentale nel modello di condotta che Loddo vede come ideale per le forze dell'ordine: un approccio basato su principi etici solidi, dove il benessere morale e materiale del personale è considerato fondamentale, tanto da influenzare anche la formulazione del Codice Europeo di Etica per la Polizia.
La serata si è conclusa con un momento conviviale, che ha permesso di continuare le riflessioni e gli scambi in un'atmosfera di condivisione e approfondimento. Un evento che, senza dubbio, lascerà un segno nel dibattito sull'etica delle forze dell'ordine e sul loro ruolo nella società contemporanea.
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